Il nodo del passaggio generazionale: un tema cruciale per le imprese abruzzesi
In Abruzzo il tessuto imprenditoriale è composto in larga parte da aziende familiari e PMI con fatturati compresi tra i 4 e i 40 milioni di euro. Si tratta di realtà spesso nate negli anni ’70-’80, guidate ancora dai fondatori o da soci storici che hanno portato l’impresa a consolidarsi sul mercato locale e, in molti casi, a proiettarsi sui mercati esteri.
Oggi, queste imprese si trovano di fronte a una sfida decisiva: il passaggio generazionale. Secondo i dati nazionali, oltre il 60% delle aziende familiari italiane affronterà nei prossimi dieci anni un ricambio ai vertici. In Abruzzo, dove molte aziende portano ancora il cognome del fondatore e hanno superato i 30-40 anni di attività, il tema è particolarmente sentito.
I rischi della mancata pianificazione
Quando la successione non viene pianificata in modo chiaro, i rischi sono molteplici:
Conflitti tra eredi e blocchi decisionali;
Discontinuità nella governance e perdita di fiducia da parte di banche e fornitori;
Difficoltà di attrarre investitori, a causa di assetti societari complessi o poco trasparenti.
Le soluzioni possibili
Strumenti giuridici come la creazione di una holding di famiglia, la stipula di patti parasociali o il ricorso al patto di famiglia possono assicurare stabilità e continuità, tutelando sia l’impresa sia il patrimonio personale degli imprenditori. La riorganizzazione dei rami aziendali e la separazione degli asset immobiliari o dei marchi rappresentano ulteriori leve strategiche.
Un’opportunità per il territorio
Il passaggio generazionale, se gestito in modo strutturato, non è solo una sfida ma anche una grande opportunità: permette di rafforzare la governance, aprirsi a nuovi mercati e valorizzare la seconda o terza generazione di imprenditori. In un contesto come quello abruzzese, caratterizzato da eccellenze nell’automotive, nella logistica, nell’agroalimentare e nel vino, affrontare per tempo questo tema significa garantire crescita e competitività al tessuto produttivo regionale.
Avv. Paolo Borrelli

